Piano transizione 4.0: cosa cambia per l’industria 4.0
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L’iper ammortamento nel 2020 si trasforma. Da soluzione per eccellenza per l’azienda che voleva abbracciare Industria 4.0, investendo in macchinari e beni immateriali, questa misura è stata assorbita nel 2020 dal nuovo credito di imposta, simbolo del Piano Transizione 4.0 avviato con la Legge di bilancio 2020.
La nuova misura punta a essere più inclusiva, semplice e ad avere maggiore attenzione agli incentivi dedicati all’acquisto di beni immateriali come software e strumenti IT. Vediamo quindi cosa prevede e quali sono i vantaggi per le aziende.
L’iper ammortamento è stato un incentivo previsto a partire dal 2017 nell’ambito del Piano nazionale Industria 4.0 prima e di Impresa 4.0 dopo per sostenere le aziende negli investimenti di macchinari e sistemi innovativi. Attraverso questa misura, si voleva spingere la trasformazione digitale e l’innovazione delle imprese italiane. Con la Legge di bilancio 2017 sono state introdotte due liste (Allegato A e B) dei beni soggetti all’iper ammortamento: nella prima lista sono riportate macchine come i robot, nella seconda gli strumenti IT, come i software industriali. Nell’anno fiscale 2017, con l’iper ammortamento sono stati investiti dieci miliardi di euro in beni materiali, con il coinvolgimento di quindicimila imprese. I dati del Ministero dello sviluppo economico mostrano che sono state agevolate principalmente le medie e grandi aziende.
L’iper ammortamento è una misura valida per ordini effettuati entro il 31 dicembre 2019. Per il 2020 è stata sostituita dal nuovo credito di imposta. Infatti, ora il Governo ha puntato sulla trasformazione di questo incentivo, in un contesto volto a far evolvere il piano Industria 4.0 e le misure che il programma prevedeva. Il nuovo piano confermato con le disposizioni della Legge di bilancio 2020, si chiama Piano Transizione 4.0. Il piano è stato studiato nell’ottica di essere maggiormente inclusivo. La programmazione si basa su tre anni, dal 2020 al 2022 e prevede, a differenza del precedente, un unico strumento per sostenere le aziende. Si tratta di un credito di imposta, le cui aliquote variano in relazione all’ambito di applicazione. Il Ministero dello Sviluppo economico prevede, con questa misura, di ampliare del 40 per cento la platea di aziende che possono fruire degli incentivi 4.0. In particolare, fattori che sono stati segnalati come positivi per la maggiore inclusività della misura sono la semplificazione delle regole, la compensazione del credito fiscale già a gennaio dell’anno successivo all’investimento, l’accresciuta incentivazione per sistemi digitali e software.
Dunque, l’iper ammortamento, così come le altre misure di Industria 4.0, nel 2020 vengono sostituite da un’unica misura. Tuttavia, il credito d’imposta prevede aliquote differenti per categorie diverse di beni incentivabili. In particolare:
Una novità importante per le aziende è che quest’ultimo credito di imposta è fruibile separatamente rispetto a quello per i beni materiali. Prima invece era richiesto l’acquisto di prodotti rientranti in entrambe le due categorie di beni.
Ulteriori crediti di imposta sono stati previsti per:
Il credito di imposta, va chiarito, non consiste in un incentivo per cui bisogna fare domanda al Ministero, non è un finanziamento statale per cui vengono elargiti fondi. È, più semplicemente, una compensazione di quanto speso. In particolare, per le misure della Legge di bilancio 2020 la compensazione è prevista in tre anni. Si può fruirne dall’anno seguente a quello in cui sono entrati in funzione o sono stati interconnessi i beni, in cinque quote della stessa cifra.
Per compensare, bisogna inviare via servizi telematici dell’Agenzia delle entrate un modello F24 con tutti i dati necessari per capire i beni acquisiti e le spese sostenute.
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