Hackathon Badoni 2024: innovazione e talenti in gara con Softeam e BTicino
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PNRR: il nuovo decreto attuativo del 6 giugno porta novità formali, con nuove definizioni, e news sostanziali, come nuovi limiti alla spesa per i pannelli fotovoltaici e i sistemi di accumulo. Ventitré articoli e tre allegati che andranno a promuovere l'innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale nel settore industriale, con il fine consequenziale di sostenere gli investimenti in digitalizzazione e nella transizione green attraverso lo schema ormai consolidato dei crediti di imposta.
In due parole, stiamo parlando di un incentivo alla “resilienza aziendale”, un concetto ormai fondamentale per il futuro del mondo ambientale e manifatturiero.
La prima novità di giugno risiede nelle definizioni, la più importante delle quali è quella di “impresa di nuova costituzione”. Perché è tanto importante? L’impresa di nuova costituzione potrà fare riferimento a uno scenario controfattuale per la misurazione del risparmio energetico conseguito, invece di basarsi sui consumi registrati nell'anno precedente.
Cosa significa? Che, per le nuove imprese, il risparmio energetico non verrà calcolato confrontando i consumi attuali con quelli dell'anno precedente, dato che non ci sono dati storici di consumo. Invece, si utilizzerà un "scenario controfattuale," che è una stima ipotetica di quali sarebbero stati i consumi energetici senza gli interventi di risparmio. Questo approccio permette di misurare l'efficacia delle misure di risparmio energetico anche per le imprese che non hanno uno storico di consumi.
Il decreto include non solo le nuove imprese, ma anche quelle che hanno modificato sostanzialmente i prodotti e servizi offerti negli ultimi sei mesi. Il risparmio energetico deve essere calcolato con aliquote differenti a seconda che si riferisca alla “struttura produttiva” o al “processo interessato” dall’investimento. La struttura produttiva è definita come un sito finalizzato alla produzione di beni o servizi, con autonomia tecnica, funzionale e organizzativa. Il processo produttivo è definito come l’insieme di attività correlate nella catena del valore.
Il piano è valido dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2025. La data di avvio del progetto di innovazione è quella del primo impegno giuridicamente vincolante. Per i progetti del 2024, la data di ordine deve essere successiva al 1 gennaio 2024. La conclusione degli investimenti varia: per i beni strumentali si segue l'articolo 109 del D.P.R. 917/1986, per le rinnovabili conta la fine dei lavori, e per la formazione la data di rilascio dell’attestato finale.
La comunicazione ex ante deve essere inviata entro il 28 febbraio 2026.
Ogni impresa può avere una sola pratica attiva alla volta. Se il progetto riguarda più processi, si deve considerare l’intera struttura produttiva. Una nuova pratica può essere aperta solo dopo la chiusura della precedente.
Il limite di 50 milioni di euro è annuale. Le imprese possono considerare chiuse al 31/12/2024 le pratiche che si concluderanno entro il 30 aprile 2025, se entro il 31/12/2024 è stato versato almeno il 50% dell’ammontare degli investimenti.
La nuova versione del decreto prevede esclusioni meno rigide per il principio DNSH. Sono ammessi investimenti che non impattano direttamente sui consumi energetici relativi a flussi di fonte monitorati per la CO2, o che riducono le emissioni rispetto all’anno precedente. DNSH significa “Do No Significant Harm”, il quale si riferisce al principio di non causare danni significativi all'ambiente o alla salute umana. il decreto menzionato sembra permettere una certa flessibilità nel rispetto del principio DNSH, consentendo investimenti che, pur non riducendo direttamente i consumi energetici di fonti specifiche monitorate per le emissioni di CO2, possono comunque portare a una riduzione delle emissioni complessive rispetto all'anno precedente.
Il risparmio energetico si calcola confrontando i consumi energetici annuali previsti con quelli registrati nell’anno precedente. Per le nuove imprese, si considera uno scenario controfattuale basato su tre beni alternativi disponibili sul mercato negli ultimi cinque anni.
Le spese ammissibili includono i gruppi di generazione dell’energia elettrica, i servizi ausiliari, i trasformatori, e i sistemi di stoccaggio. Gli impianti devono essere allacciati entro un anno dal completamento del progetto. Per i sistemi di stoccaggio, l’importo riconosciuto è pari a 900 € per kWh. Per i sistemi di generazione, esistono limiti differenti in base alla tipologia di fonte rinnovabile e alla taglia dell’impianto. Sono ammesse attività formative di almeno 12 ore, con moduli su sostenibilità energetica e transizione digitale. Le spese ammissibili includono costi per formatori, materiali, strumenti, consulenze e spese di viaggio.
L’impresa deve inviare una comunicazione preventiva al GSE all’avvio del progetto, contenente tutte le informazioni necessarie. Dopo la verifica, il GSE comunica l’importo del credito d’imposta prenotato. Le comunicazioni periodiche devono attestare i progressi del progetto, e una comunicazione finale deve essere inviata entro il 28 febbraio 2026. Il credito d’imposta è utilizzabile fino al 31 dicembre 2025, e l’ammontare non utilizzato va ripartito in cinque quote annuali.
Il PNRR, acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è un piano strategico adottato dall'Italia per affrontare sfide fondamentali come la competitività globale, l'innovazione digitale e la sostenibilità ambientale. Questo programma prevede investimenti significativi in settori chiave come, appunto, la digitalizzazione, l'industria 4.0, la sostenibilità ambientale e l'innovazione tecnologica. Attraverso l'implementazione di politiche mirate e l'allocazione di risorse finanziarie adeguate, il PNRR mira a promuovere la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e il benessere sociale, ponendo l'Italia sulla via della ripresa e della prosperità nel contesto globale.
L'Italia, infatti, come molte altre nazioni, ha affrontato sfide senza precedenti in seguito alla pandemia COVID-19. Per superare le turbolenze economiche e aprire la strada a una crescita sostenibile, il governo italiano ha introdotto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questa iniziativa globale mira a rilanciare l'economia, a rafforzare la resilienza e a promuovere l'innovazione in vari settori. Al centro della ripresa italiana c'è il concetto di Transizione 5.0, una strategia di trasformazione che promette vantaggi significativi per le industrie.
La Transizione 5.0 è concetto che spinge l’Italia in una nuova era industriale con un cambiamento verso un'economia più sostenibile, digitalizzata e interconnessa. Il "5.0" dell’espressione “Transizione 5.0” indica, infatti, la quinta rivoluzione industriale, caratterizzata dall'integrazione di tecnologie digitali, intelligenza artificiale e sostenibilità nelle industrie tradizionali.
Obiettivo, migliorare i seguenti aspetti delle industrie italiane: connettività, digitalizzazione di PA e imprese. Le misure del PNRR sono mirate, inoltre, a promuovere lo sviluppo di competenze e tecnologie digitali.
Il PNRR dell'Italia, insieme alla strategia Transizione 5.0, rappresenta un'opportunità unica per le industrie di realizzare una profonda trasformazione. Mentre il paese continua ad emergere dalle sfide della pandemia, l'attenzione alla digitalizzazione, alla sostenibilità e all'innovazione posiziona l'Italia come attore di spicco nel panorama in evoluzione dell'industria globale. Sfruttando i vantaggi offerti dal PNRR e abbracciando la Transizione 5.0, le industrie italiane avranno il potenziale non solo per riprendersi, ma anche per emergere più forti e resilienti che mai!
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